Categorie: Cloud Business Continuity

Per comprendere il valore del Disaster Recovery as-a-service (DRaaS) occorre partire dall’approccio tradizionale con cui le aziende hanno sempre affrontato il tema del ripristino dei sistemi critici a seguito di eventi imprevisti capaci di causare discontinuità negli ambienti IT.  

Disaster Recovery: un (costoso) strumento di continuità del business 

Il Disaster Recovery Plan definisce in modo analitico i processi di ripristino dei sistemi così da ottimizzare, a seconda del livello di criticità della singola applicazione o processo, il rapporto tra RTO e RPO (recovery point objective e recovery time objective). Da tale bilanciamento dipende il costo (TCO) del Disaster Recovery che, nonostante le oscillazioni dovute alle diverse strategie, tendenzialmente è sempre stato elevato poiché presupponeva la replica delle macchine, dei dati, delle applicazioni e dei workload su due o più siti debitamente distanziati. L’impatto economico importante dipende da tre tipologie di costo:  

  • di struttura, che di fatto va replicata anche se con sistemi meno performanti rispetto al data center primario;
  • di testing continuativo del Disaster Recovery Plan;
  • di acquisizione di competenze specialistiche dedicate al monitoraggio, alla pianificazione e all’inevitabile troubleshooting. 

D’altronde, con un costo orario di downtime pari a 300 mila dollari per il 91% delle medie imprese (ITIC), difficilmente ci si può sottrarre a queste spese.  

DRaaS, il Disaster Recovery nell’era del cloud 

Nello scenario appena descritto, il Disaster Recovery as-a-service (DRaaS) è in grado di democratizzare il disaster recovery enterprise, rendendolo accessibile a un target più ampio rispetto a un tempo. Inoltre, è in grado di garantire prestazioni d’eccellenza, più sicurezza e maggiore semplicità di implementazione e di gestione 

Secondo TechTarget, DRaaS “è un modello di servizio di cloud computing che fornisce il failover in caso di catastrofe naturale, interruzione dell'alimentazione o altro tipo di interruzione dell'attività”. Essendo uno dei grandi trend del momento, il mercato dei servizi DRaaS è previsto in crescita con un CAGR del 21.6% fino al 2027 (MarketsandMarkets). 

Draas

DRaaS prevede il coinvolgimento di un service provider, che può essere il cloud provider stesso, oppure una terza parte che eroga e gestisce il servizio appoggiandosi all’infrastruttura del provider cloud. Il servizio DRaaS crea un sito di disaster recovery in cloud, avvalendosi dell’infrastruttura del provider, gestisce la replica dell’ambiente di produzione ed esegue il failover in caso di necessità, così da rispettare i requisiti di RPO e RTO predefiniti. Gli hyperscaler, molto attivi su questo fronte, propongono diverse opzioni DRaaS a seconda delle esigenze delle imprese.  

Il DRaaS replica ambienti di produzione on-premises, in cloud e ibridi. Il servizio è così in grado di semplificare e rendere omogenea la gestione del Disaster Recovery all’interno dei modelli enterprise più complessi, eliminando la necessità di utilizzare molteplici soluzioni per app e carichi di lavoro distribuiti su cloud pubblici o privati. Le molteplici soluzioni adottate fino a ieri vengono sostituite da un’unica piattaforma omogenea che tutela l’intero comparto IT aziendale 

A tutto ciò si aggiunge, come caratteristica distintiva, il modello di costo as-a-service tipico del cloud. In DRaaS le aziende corrispondono al provider un canone predefinito o una tariffa periodica composta dall’effettivo impiego delle risorse cloud. Come per qualsiasi servizio cloud, la somma finale può essere consistente, ma l’abbattimento dei costi di infrastruttura, e la possibilità di delegare anche la gestione di DRaaS al cloud provider sono elementi di forte attrattività.  

I benefici di DRaaS, oltre il costo 

Si è già detto di alcuni benefici di DRaaS, in particolare del costo, della versatilità e della semplificazione rispetto al paradigma tradizionale. Ma ce ne sono molti altri.  

  • Resilienza nativa dell’infrastruttura 

Utilizzare un’infrastruttura cloud significa attribuire al provider una responsabilità diretta sull’uptime, che determina gli accordi sui livelli di servizio (SLA).  

  •  Prestazioni di alto profilo 

A seconde delle esigenze, è sempre possibile ottimizzare il bilanciamento tra RTO e RPO. I workload mission-critical possono essere assistiti con configurazioni multisito attivo/attivo in grado di azzerare i tempi di ripristino. 

  •  Scalabilità virtualmente infinita 

L’adozione di infrastruttura cloud porta con sé storage e capacità di elaborazione virtualmente illimitate.  

  •  Minore esigenza di competenze 

Le soluzioni DRaaS fanno uso di automazione e possono essere erogate come servizi completamente gestiti. Non è necessario allocare risorse preziose o acquisirne dall’esterno.  

 Il DRaaS è dunque la declinazione del Disaster Recovery nell’era del cloud, un servizio quanto mai essenziale in un’era contraddistinta dalla moltiplicazione delle minacce, dagli errori agli attacchi cyber che possono attentare alla continuità del business aziendale, con serie conseguenze in termini di produttività, reputazione e compliance. 

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