Categorie: Cloud Business Continuity

Con applicazioni critiche si fa riferimento a quei processi posti a supporto del core business di un’azienda. Suona quasi assurdo dirlo, ma molte aziende ancora non sanno esattamente quali sono le loro applicazioni critiche. Queste garantiscono la continuità operativa e generano maggior valore per il business. Non è semplice mancanza di consapevolezza: i fatti dimostrano che parliamo di un concetto in continuo divenire, e dunque spesso di non semplice esplicazione, specie per organizzazioni poco strutturate, come le PMI.

L'emergenza sanitaria, con i lockdown e le restrizioni imposte dalle autorità per favorire il distanziamento sociale, ha in qualche modo messo parecchie imprese di fronte al fatto compiuto: i processi senza i quali un'azienda risulta completamente inerte, infatti, sono stati banalmente i primi a essere digitalizzati e remotizzati. Una cartina tornasole che ha puntato i riflettori, in modo anche brutale, su cosa è considerato essenziale e cosa invece è meno prioritario.

Ma non è tutto: l'esperienza durante i mesi della pandemia ha anche permesso (ma sarebbe meglio dire: ha imposto) a decision maker, manager e utenti finali di verificare sul piano empirico se quelle valutazioni erano corrette. Nella migliore delle ipotesi, diverse scelte hanno avuto bisogno di essere affinate. In altri casi, in virtù anche dei repentini cambiamenti della situazione, è stato necessario rivedere intere procedure e ridefinire gli strumenti messi a disposizione dei lavoratori. Naturalmente molto c'è ancora da fare, ma una cosa è certa: non esistono più imprese che non siano consapevoli dell'importanza che riveste il digitale per assicurare la business continuity in qualsiasi scenario.

Come è cambiato l'approccio alle applicazioni critiche

Il passo ulteriore da compiere è l'adozione sistematica di soluzioni Hybrid Cloud e Multi-Cloud per affrontare nel modo migliore e più sicuro possibile, grazie a un approccio dinamico, la gestione dell'intero parco applicativo. Non si tratta di equiparare le applicazioni critiche a quelle ancillari, ma di costruire un ecosistema interoperabile e flessibile per scegliere di volta in volta dove allocare i carichi di lavoro che, mutatis mutandis, risultano vitali per la corretta prosecuzione delle operations.

Anche da questo punto di vista, l'evolversi della crisi ha costituito un punto di discontinuità rispetto alla diffusione dei servizi Cloud, persino in un mercato tradizionalmente refrattario all'innovazione come spesso si è dimostrato quello italiano.

Nello sforzo di cercare le condizioni migliori per offrire ai dipendenti ambienti di lavoro funzionali nelle sessioni di lavoro da remoto, anche molte pubbliche amministrazioni hanno fatto il grande salto, puntando in maniera sistematica non solo su applicazioni, ma pure su piattaforme e infrastrutture erogate as-a-service. E i vantaggi sono stati immediatamente chiari, soprattutto rispetto alla produttività, che non è diminuita nonostante la situazione, all'efficienza dei sistemi, che grazie alla logica dell'on-demand è migliorata in maniera tangibile, e alla sicurezza, cresciuta esponenzialmente.

Il Cloud sarà il fondamento della business continuity

Abbiamo dunque intrapreso una strada che, con ogni probabilità, è senza ritorno. I benefici del Cloud risulteranno ancora più evidenti – e indispensabili – man mano che aumenterà la complessità degli ecosistemi digitali su cui saranno chiamate a operare le imprese.

Nell'impatto devastante che ha avuto su società ed economia, il Covid è stato “solo” uno degli imprevisti che nell'immediato futuro possono mettere a repentaglio la business continuity di un'azienda, pubblica o privata che sia. Gli effetti degli attacchi informatici e delle falle di cybersecurity che abbiamo sperimentato finora rappresentano infatti il semplice preludio a situazioni ben più allarmanti. Ci aspetta un potenziale clima di incertezza che solo l'adozione sistematica di strumenti all'altezza della situazione può scongiurare. Quando si parla di applicazioni critiche, il Cloud con la sua resilienza, la sua pervasività e la sua capacità di catalizzare e integrare tecnologie di frontiera, è al momento quello più promettente.

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