Categorie: Fashion

Come molti altri settori che lavorano in scenari di respiro globale, anche il fashion sta affrontando un momento estremamente delicato, con una serie di sfide che possono essere indirizzate soltanto sviluppando un'efficace resilienza digitale. Cosa significa esattamente? Vuol dire dotarsi di piattaforme, soluzioni e buone pratiche che, facendo leva sulle tecnologie digitali e sul lavoro agile, non solo consentano di sviluppare la capacità di rispondere tempestivamente a emergenze e imprevisti, ma che aiutino anche l'impresa a difendere (o addirittura migliorare) i risultati di business nelle avversità.

 

Lo scenario post pandemico e la spinta alla digitalizzazione

 

Il settore ha del resto imparato molto dalle difficoltà che ha dovuto fronteggiare durante la pandemia di Covid-19. Per ovvi motivi, le vendite a livello internazionale sono calate vistosamente: secondo i dati di Area studi Mediobanca, dopo che tra il 2015 e il 2019 il giro d'affari della moda in Italia era cresciuto in media del 4,8% annuo, durante il 2020 ha subito un brusco arresto, con perdite di revenue superiori al 20%, e tornerà ai livelli pre-Covid solo nel 2023.

 

Sul piano organizzativo e tecnologico, però, l'emergenza ha innescato un effetto catalizzatore spingendo molti marchi a incrementare gli investimenti in sistemi che migliorassero la resilienza digitale. Parliamo quindi di soluzioni tecnologiche in grado di aiutare il management a garantire la continuità operativa di tutti i dipartimenti aziendali in qualsiasi scenario. Grazie anche all'introduzione di strumenti analitici, le aziende del fashion hanno cominciato a indirizzare processi e strategie di business in funzione delle reali esigenze dei clienti e in base alle effettive condizioni del mercato, individuando in maniera dinamica il punto di equilibrio ottimale tra domanda e disponibilità di magazzino attraverso un supply chain management evoluto.

Ma la strada verso la resilienza digitale è ancora lunga: si tratta di una trasformazione che non coinvolge solo alcuni processi specialistici, ma che ha il compito di far evolvere le competenze dell'intera organizzazione, mettendo in moto un vero e proprio circolo virtuoso a cavallo di reti di approvvigionamento, governance interna, partnership con il mondo del retail e relazioni con i consumatori finali.

 

Resilienza digitale: le tre parole d'ordine per il fashion

 

Le parole d'ordine per le aziende del settore della moda che puntano alla resilienza digitale sono tre: ecosistema, integrazione e orchestrazione. Sul piano meramente tecnologico questo significa adottare soluzioni capaci di abbattere le barriere logiche e fisiche tra i vari attori della filiera, potenziando le capacità analitiche per eliminare colli di bottiglia e sprigionare da ogni interazione il massimo vantaggio per ciascuno dei partecipanti alla catena del valore.

Più concretamente, sono tre gli step che occorre compiere per intraprendere con successo questo percorso. Vediamo quali.

 

1. Puntare sulla Mixed reality per arrichire la customer journey

Nel Fashion emozionalità ed esperienza sensoriale sono due elementi fondamentali, da valorizzare anche nel momento in cui, per scelta o per necessità, l'intermediario o il cliente finale compra online. Ecco perché le maison dovranno adottare tecnologie di Realtà virtuale e aumentata che permettano di creare camerini virtuali sui digital device e, al tempo stesso, di omogeneizzare, amplificandola, la user experience nei negozi fisici, a prescindere dalla loro dislocazione geografica. La Mixed reality (connubio tra Virtual e Augmented reality) diverrà anche un elemento differenziante nella sempre più strategica sfera dei social media – basti pensare alla nuova frontiera del Metaverso – e contribuirà in modo decisivo a personalizzare ed espandere le interazioni che i brand intratterranno con i loro testimonial e interlocutori.

 

2. IoT, Ai e Ml per un fashion sempre più resiliente

L'Internet of Things (IoT) è destinato a giocare un ruolo decisivo nella partita dell'efficienza: applicando sensori ai macchinari e lungo le filiere produttive e distributive, le imprese del Fashion potranno raccogliere una moltitudine di dati che, una volta correlati e analizzati, rivelano lo stato degli asset aziendali, evidenziano il gap tra le performance attuali e quelle potenziali e offrendo spunti per migliorare la produttività diminuendo sprechi e fermi macchina.

Le soluzioni di Artificial intelligence (Ai) e Machine learning (Ml) costituiranno d'altra parte il fulcro di tutte le attività analitiche che consentiranno all'organizzazione non solo di semplificare i propri processi interni, ma anche di conoscere e servire meglio il mercato e i consumatori. Come? Trasformando gli enormi volumi di dati che confluiranno da customer journey sempre più stratificate e da filiere sempre più interconnesse in insight in grado di descrivere puntualmente i punti di forza e di debolezza di ciascuna esperienza e operazione. Un approccio che, correttamente implementato, aprirà la strada all'automazione dei processi di routine: dai sistemi di pagamento all'aggiornamento delle vetrine virtuali, passando per le operazioni a basso valore delle funzioni di customer care, tutte le operazioni che non richiedono l'intervento umano diretto potranno essere gestite attraverso sistemi di RPA (Robotic Process Automation).

 

3. Affrontare le nuove minacce cyber

Per raggiungere una vera resilienza digitale, le aziende del fashion, e in particolar modo quelle che hanno puntato sulla dematerializzazione dei processi, devono inoltre prevedere piattaforme evolute per la protezione dei dati, dei network e dei flussi documentali. Questo non significa solo ridurre al minimo i rischi di intrusioni e i furti di informazioni sensibili, ma anche ottemperare alle disposizioni del GDPR: i danni per un brand che non riesce a difendere le informazioni sensibili dei propri clienti e il proprio know-how rischiano infatti di essere pesantissimi, sia dal punto di vista economico, sia sul piano reputazionale, con pesanti ripercussioni sull'immagine pubblica dell'azienda.

 

Il Cloud di WIIT come fondamento della resilienza digitale nel fashion

 

Riuscire a compiere questi tre step tecnologici in tempi brevi e nel modo corretto è tutt'altro che semplice: per fortuna, oggi, c'è il Cloud, e soprattutto ci sono partner come WIIT, che dispongono di tutte le competenze e l'esperienza necessarie per guidare una transizione tanto complessa quanto urgente.

L’utilizzo di infrastrutture, piattaforme e applicazioni ospitate sulla nuvola ed erogate in modalità as-a-service, consente infatti il pieno dispiegamento delle potenzialità del digitale anche per le imprese del fashion, che hanno finalmente l'opportunità di accedere a risorse computazionali on

demand e a soluzioni state-of-the-art senza dover immobilizzare capitali nella creazione di data center e senza dover sviluppare architetture informatiche in grado di sostenere i processi e la capacità di calcolo di cui necessitano le tecnologie di frontiera. In più, il vasto parco applicativo disponibile in Cloud, garantisce a qualunque organizzazione che scelga di fare leva sulla consulenza di WIIT un accesso rapido e intuitivo alle suite più indicate per ciascun ambito d'azione.

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