Categorie: Cloud Retail

È un fenomeno che si ripete ogni anno, ma nell’ormai lontano 2018 i disservizi che colpirono il Black Friday conquistarono le prime pagine di mezzo mondo, con siti irraggiungibili e consegne fortemente ritardate.

 

Tutti gli eventi di rilevanza commerciale sollevano il tema della relazione tra ecommerce e cloud. I retailer, puntando molto su certi periodi dell’anno ed eventi specifici, non possono permettersi che un downtime – del sito web, dei sistemi di magazzino o della catena logistica – condizioni il loro successo commerciale e la reputazione del brand. In un’era contraddistinta da un eccesso di offerta, i consumatori rispondono a rallentamenti eccessivi, malfunzionamenti e inefficienze diffuse approdando immediatamente ad altri competitor, che nell’universo ecommerce sono sempre a pochi “tocchi di schermo” di distanza. 

 

La strettissima relazione tra ecommerce e cloud 

La necessità di garantire la continuità del business, ma anche la massima reattività ed efficienza ha avvicinato l’ecommerce al cloud. Black Friday, infatti, non è un evento unico: durante tutto l’anno i retailer predispongono promozioni, iniziative, eventi e offerte finalizzate a rapidi aumenti di fatturato, all’acquisizione e alla retention dei clienti. Dal punto di vista della tecnologia sottostante, ciò si traduce in picchi di richieste cui l’infrastruttura deve rispondere con una flessibilità e una scalabilità fuori dal comune 

Si consideri inoltre che non sempre i picchi sono prevedibili: quelli del Black Friday lo sono, ma non quelli derivanti da un lotto difettoso, per esempio. È quindi necessario che i sistemi che abilitano le funzionalità ecommerce scalino in modo nativo in funzione dei volumi di richieste, senza impattare negativamente sulle performance e quindi sull’esperienza del cliente.  

 

Qui nasce la relazione tra ecommerce e cloud. Prima dell’avvento della nuvola, i retailer avevano due possibilità:  

  1. tollerare rallentamenti e disservizi, sapendo di condizionare negativamente la customer experience. Oggi questa strada non è più percorribile, poiché la CX è alla base del vantaggio competitivo di qualsiasi brand; 
  2. predisporre forti investimenti infrastrutturali. Per quanto questa fosse la strada solitamente percorsa, essa causava un perenne eccesso (over-provisioning) di risorse, che venivano sfruttate appieno solo durante il Black Friday e in poche altre circostanze. Per la stragrande maggioranza del tempo, l’investimento non era giustificato.  

 

Scalabilità e resilienza: i requisiti fondamentali 

Il cloud ha diffuso su larga scala quei concetti di flessibilità e scalabilità nativa che oggi permettono ai retailer di gestire i picchi di richieste in modo agile e dinamico, oltretutto con un modello di costo direttamente proporzionale all’impiego delle risorse. In altri termini, sotto il profilo infrastrutturale il cloud è l’unico modo possibile per gestire in modo efficiente i picchi del Black Friday e di eventi simili. La scalabilità del cloud, inoltre, è una componente essenziale della sua resilienza, ovvero della capacità del cloud di adattarsi, di modellarsi in funzione di eventi esterni imprevedibili. 

 

Il nuovo paradigma cloud-native 

I requisiti di scalabilità e resilienza non riguardano solo la componente infrastrutturale, per quanto essenziale essa sia. Il cloud ha anche rinnovato completamente l’approccio e l’architettura delle applicazioni che alimentano gli ecommerce, rendendole – ancora una volta – estremamente resilienti, sicure e scalabili. La relazione tra ecommerce e cloud si gioca anche (o soprattutto) su questo fronte. 

L’era delle applicazioni cloud-native ha introdotto qualche complessità legata ai nuovi metodi di sviluppo e gestione del ciclo di vita del software (DevOps), nonché molte dipendenze da piattaforme e applicativi esterni, ma la rapidità di aggiornamento, di introduzione di nuove funzionalità, la resilienza dei container e dei microservizi rappresentano un passo avanti straordinario rispetto alla modalità tradizionali di sviluppo e di gestione del software.  

Inoltre, l’innovazione lato software si abbina sinergicamente con quella infrastrutturale, con le risorse virtualmente infinite e la potenza del cloud, rendendolo una scelta pressoché obbligata per tutti i retailer che vogliono assecondare l’agilità richiesta dai consumatori.  

La scelta, semmai, riguarda il modello cloud da adottare, un tema che dipende dalle esigenze delle singole aziende e che ha nell’hybrid cloud una risposta particolarmente interessante. Attraverso un modello ibrido, infatti, i retailer possono coniugare le esigenze di controllo del dato dell’infrastruttura privata con la scalabilità virtualmente infinita e la resilienza del modello pubblico, a garanzia di prestazioni ottimali sotto ogni profilo.  

 

I requisiti: la sicurezza di dati e transazioni 

Infine, ma non per importanza, nel capitolo dei requisiti di un Black Friday di successo c’è senza dubbio la sicurezza dell’infrastruttura tecnologica sottostante, soprattutto con riferimento ai dati dei clienti e delle transazioni. Anche sotto questo profilo, i modelli cloud rappresentano un forte passo avanti rispetto al passato, ma hanno anche introdotto delle complessità legate all’assenza di un perimetro ben definito. Per questo, è necessario che il monitoraggio dell’infrastruttura e la gestione della sicurezza vengono demandate a partner d’eccellenza, che mettano a disposizione dei retailer asset, competenze, certificazioni e processi dedicati.  

 

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