Categorie: Data Center

L’espressione costo del data center si riferisce al costo totale di gestione, che include le spese legate all’immobile e a tutte le manutenzioni, agli impianti – particolarmente sofisticati in virtù della funzione del data center -, dei componenti hardware, dell’alimentazione, del condizionamento, delle reti e delle altre componenti infrastrutturali. Il total cost of ownership del data center si basa dunque su una componente legata all’immobile e all’impiantistica, una connessa ai componenti IT dell’infrastruttura (server, storage, network…) e una legata alla gestione, comprensiva dei costi di manutenzione e delle risorse necessarie per garantirne l’operatività.

 

Costo Data Center: tra 10 e 25 milioni all’anno

Per quanto il costo del data center sia condizionato dalle esigenze dell’azienda che ne usufruisce, è palese che non possa in nessun caso essere irrisorio. Si pensi anche solo al fatto che, per garantire una certa continuità del business, molte componenti infrastrutturali devono essere ridondanti, come il condizionamento dell’aria e la linea elettrica. Più crescono le esigenze di continuità e di performance richieste dall’azienda, più diventa sofisticato, costoso da gestire e da manutenere il Data Center. È molto complesso, quindi, fornire una stima quantitativa dei costi, per quanto una ricerca di Stream Data Centers parli di un costo medio annuo di gestione compreso tra i 10 e i 25 milioni di dollari. Il 50% di questi (o poco meno) è dedicato all’hardware, software, componenti di disaster recovery, alimentazione ridondata e networking. Un’ampia porzione della spesa è invece rivolta alla manutenzione di applicazioni e infrastruttura, il resto alle risorse umane e alla climatizzazione. Nonostante i costi imponenti, molte realtà aziendali continuano a gestire il proprio IT con un’infrastruttura interna, o in-house. Lo fanno principalmente per avere il massimo controllo possibile su dati, sicurezza, operations e su tutti i componenti infrastrutturali, nonché per gestire manutenzione e supporto in modo tailored rispetto alle specifiche esigenze interne.

 

Costi Data Center: i benefici dell’outsourcing

Parlando di costo del data center, l’ipotesi outsourcing deve essere sempre presa in considerazione. Il suo successo è testimoniato dai dati: secondo Data Bridge Market Research, il Global Data Center Outsourcing Market potrebbe superare i 320 miliardi nel 2028 e, soprattutto, crescere con un CAGR superiore al 5% a partire proprio dal 2021. I motivi vanno rilevati nella capacità dell’outsourcing delle risorse IT di abbattere i limiti dell’infrastruttura in-house, ma senza intaccare (se non in maniera positiva) il fronte delle prestazioni e della sicurezza.

I classici limiti dell’infrastruttura on-premise partono da un costo elevatissimo a livello di progettazione e realizzazione del data center (circa 2.000 dollari al metro quadro, secondo ColocationAmerica), e giungono alla limitata scalabilità dovuta ai vincoli fisici della struttura e ai forti costi legati alle risorse IT specializzate, di cui peraltro il mercato è avaro. Menzione specifica, poi, sulla sicurezza informatica. In un panorama in cui le minacce cyber crescono a ritmo esponenziale, continuo e velocissimo, gestirla internamente è una scelta molto costosa e non sempre efficace, essendo la sicurezza – di fatto – una continua sfida tra chi attacca e chi deve difendere l’infrastruttura e i dati.

L’outsourcing è una soluzione da valutare con attenzione non solo sotto il profilo dei costi del data center. Da questo punto di vista, certo, le spese in conto capitale sono molto più contenute e non occorre pianificare investimenti con orizzonti temporali pluridecennali, ma l’elemento più importante dell’outsourcing (totale o parziale) dell’IT è un altro. Esternalizzare significa usufruire dei servizi di un player specializzato, dotato di asset, processi, certificazioni ad hoc e competenze specializzate che crescono di giorno in giorno per via della gestione delle infrastrutture di svariati clienti. I costi di esercizio, dall’illuminazione alla protezione fisica dell’infrastruttura, inoltre, risentono delle economie di scala e vengono ripartiti tra tutti i clienti del provider. Sostanziale, poi, il discorso delle competenze: affidarsi a un outsourcer con le giuste referenze, significa non doversi più preoccupare di un eventuale turnover interno, fenomeno che tra l’altro si riduce perché le risorse migliori possono essere focalizzate su attività a valore aggiunto, da cui deriva più soddisfazione ed engagement.

 

La necessità di un partner affidabile e competente

Anche l’outsourcing ha un limite, e non è cosa da poco. L’infrastruttura IT è alla base del business, e quindi diventa fondamentale trovare il partner giusto. Occorre valutare in maniera esaustiva le componenti già citate, ovvero asset, competenze, processi e certificazioni, e facendo confluire il tutto in livelli di servizio vincolanti. Al di là di ciò, non esistono motivi per non prendere in considerazione – anche sotto il profilo dei costi del data center – l’esternalizzazione dell’infrastruttura. Serve tener conto che oggi non esistono solo i due estremi dell’in-house e dell’outsourcing, ma un’infinità di soluzione ibride intermedie, che forniscono all’azienda tutti i saving e l’affidabilità dell’outsourcing uniti al massimo livello di controllo, cosa che solo una struttura interna può garantire. Il risultato? Il meglio dei due mondi.

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