Categorie: Cloud

Il mercato del cloud nel nostro Paese è in continuo aumento. Secondo l’Osservatorio Cloud Transformation della School of Management del Politecnico di Milano, il segmento ha sfiorato i 2 miliardi di Euro nel 2017, portando a casa un +18% rispetto al 2016. Quando si parla di cloud però non bisogna mettere tutto in un unico contenitore. Tendenze e modalità di utilizzo della nuvola cambiano rapidamente e di pari passo con lo sviluppo stesso della tecnologia. Ed è per questo che l’Osservatorio Cloud Transformation, punto di riferimento per l’analisi del settore in Italia, organizza periodicamente incontri e approfondimenti con i principali player, per disegnare un quadro chiaro del contesto.

Nel corso del secondo Cloud Talk 2018, una della serie di appuntamenti dedicati al tema (gli altri sono il Cloud Summit, le Cloud Stories, convegni e tavoli di lavoro), si è parlato dell’evoluzione della filiera ICT, in relazione all’adozione crescente di piattaforme in modalità multi e ibrida. L’obiettivo è stato condividere i primi risultati della survey sul canale cloud e discuterne i principali messaggi emersi; considerare il modello per l’orchestrazione di ambienti ibridi e multi-cloud, elaborato dal team dell’Osservatorio e confrontare il punto di vista degli attori di filiera sul tema dei vari ambienti applicativi, in termini di esperienza con i clienti e strategie di cambiamento dell’offerta.

 

Cloud: i trend dei prossimi anni

In primo luogo, il sondaggio ha permesso di analizzare alcuni trend che si imporranno sempre di più nei prossimi anni in ambito cloud. Tra questi software per processi IT per l’offering SaaS, le componenti di servizio e il Serverless computing per il PaaS, la Business Continuity ed Edge computing nello IaaS. Si tratta di tendenze che stanno comportando una modifica del know-how aziendale, con la conseguente creazione di servizi e aree di competenza prima non considerate. A questi si affiancano progetti di Blockchain, VR e AR, Cyber Intelligence e Artificial Intelligence, che nella nuvola possono trovare compimento e motivo di estensione ulteriore, grazie a paradigmi quali i servizi cognitivi supportati da una potenza computazionale virtualmente infinita.

 

Ambienti ibridi e multi cloud

Per quanto riguarda gli ambienti ibridi e multi cloud, l’Osservatorio ha evidenziato la necessità di avere il controllo di alcune leve che consentono di orchestrare efficacemente tali contesti. Ci riferiamo all’automazione, all’integrazione, alla sicurezza e alla governance. In merito all’automazione, urge una gestione centralizzata dei diversi ambienti che, l’integratione si traduce in uno sviluppo di una maggiore operabilità tra cloud privati e pubblici di diversi provider. La security è un pillar essenziale, che necessita di una continuità estesa nella difesa degli spazi cloud e di un’ottimizzazione delle prestazioni complessive, come inteso dalla governance.

A tal proposito, Davide Capozzi, Innovation Manager di Wiit ha sottolineato durante il Cloud Talk: “Il multi cloud dovrebbe essere un must per le aziende, soprattutto le grandi, perché subiscono un rischio maggiore restando mono cloud. Rischiano di entrare in un lock-in tecnologico, peggiore del mainframe. Nella realizzazione di questi ambienti complessi è però importante introdurre uno strato di governance, che si avvalga di leve legate sia alla tecnologia che al business”.

Basandosi sui pilastri precedenti, l’Osservatorio ha mappato le esperienze delle aziende italiane tra i 50 e gli oltre 250 dipendenti, per capire quante di queste sono concretamente avviate lungo il percorso di cloud journey come intesa dagli esperti. Scopriamo allora che vi è, per molte delle intervistate, una gestione ancora prettamente manuale della application portability, mentre la governance è affidata ad applicativi sviluppati internamente o addirittura assente. Va meglio per quanto riguarda tematiche come la presenza di piattaforme ibride o multi-cloud, l’integrazione con i sistemi enterprise già in uso e la messa in sicurezza di network multipli, anche in ottica di disaster recovery. Molto è stato fatto, tanto c’è da fare, ed è uno dei motivi per cui l’Osservatorio Cloud Transformation ha dato appuntamento al prossimo ottobre, quando si terrà il convegno finale del 2018, già con uno sguardo al 2019.

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