HANA è l'innovazione tecnologica più importante di SAP nell'ultimo decennio. Quasi tutti i prodotti rilasciati dopo sono stati pensati per avere una profonda integrazione con tale piattaforma. Il fattore distintivo di HANA è che non si tratta solo di un database ma di un ecosistema di dati organizzati per lavorare in un ambiente in-memory, distribuito on premise o sul cloud, con la promessa di accelerare i processi di business.
Se implementato correttamente, SAP HANA è in grado di fornire risultati eccezionali in termini di prestazioni, sia in modalità tradizionale che di analytics avanzate, insieme a componenti predittive basate sul machine learning. Non esiste un fine ultimo ma una serie di vantaggi tangibili che portano a ottimizzazioni lungo tutta l’organizzazione dell’azienda, anche in quanto a miglioramento del efficientamento dell’esistente e delle strategie sul breve, medio e lungo periodo. Certo è che passare a SAP HANA richiede un certo tempo dedicato alla migrazione, utile per esercire il nuovo sistema e ridurre al minimo eventuali fasi di assestamento dei processi produttivi, oltre ai rischi ed ai costi connessi all’adeguamento, seppur veloce, di un parco macchine importante. Gli step verso la migrazione non sono complessi ma non vanno trascurati. Per questo vogliamo fare un excursus che comprenda i principali passi, per supportare il viaggio lungo la trasformazione digitale dell’impresa.
1: progettare lo spazio
Sembra una banalità ma capire prima quali reparti dovranno migrare ad HANA è fondamentale per non perdere tempo e ottimizzare le risorse. L’alto grado di integrazione e flessibilità permetterà al resto dell’azienda di salire a bordo della piattaforma ma con passi graduali e contestualizzati. Il motivo è semplice: sebbene lavori su un sistema in-memory, la quantità di memoria allocata dipende da quanto storage si intende dedicare ai servizi di HANA. Se con un passaggio primario si intende elaborare solo il 20% o il 30% dell’intero archivio è inutile comprimere tutto il database in possesso. Ciò richiederebbe tempistiche poco utili a un rapido avvio della tecnologia. Per risolvere i dubbi circa il dimensionamento, il tool SAP Quick Sizer semplifica le procedure di impostazione in fase di partenza.
2: la giusta piattaforma
Il bello della migrazione su SAP HANA è che si può scegliere la piattaforma giusta che meglio si adatta alle esigenze aziendali, al budget e alle risorse. Questo perché può essere implementata in locale, per il massimo controllo e la riduzione del rischio, o nel cloud per una maggiore flessibilità, scalabilità e tempo di valutazione più rapido. On premise, l’installazione è configurata con software preinstallato (dal fornitore dell'hardware) ma pienamente integrato con le risorse in uso, come il firewall. Un’integrazione che limita però l’utilizzo delle funzionalità real-time e della tecnologia in-memory, proprie della porzione pubic (anche in ambiente hybrid). La strada cloud è fatta di vari scenari, di cui il fornitore (o la stessa SAP) possono spiegare i molti vantaggi, con la scelta ibrida che si pone come preferenziale per quasi tutti gli ambiti.
3: dati chiari e trasparenti
La pulizia dei dati è una delle attività critiche da eseguire prima di portare i sistemi in HANA e spesso è anche il passaggio più trascurato. Esistono tre vantaggi essenziali nell’operazione. Il primo è che la riduzione degli archivi ridurrà anche l'infrastruttura, contenendo i relativi costi per l'hardware e per i costi di licenza. Poi, diminuire le dimensioni consente di eseguire la migrazione tecnica con tempi di fermo macchina ridotti e inoltre, mantenendo solo le informazioni necessarie e di qualità darà all’avvio di HANA già una base solida e affinata, con risultati già di livello.
4: circondarsi delle persone giuste
Imparare qualcosa di nuovo nella vita è sempre lodevole ma un processo di migrazione richiede persone preparate che conoscono profondamente e sanno supportare la trasformazione. Per questo, il team tecnico dovrebbe avere una certa dimestichezza con le linee guida di SAP, non peraltro perché se le cose dovessero andare male (o semplicemente rallentarsi), sarete preparati meglio e con meno probabilità di perdere tempo, denaro e clienti. Il primo passo è aggiornare alle ultime versioni disponibili tutti i software in uso, visto che HANA gode di una compatibilità estesa di release in release. Sarà buona norma conservare solo i backup più recenti, giusto per avere un punto di ripristino non troppo indietro con il tempo.
5: la verifica teorica
Testare il risultato finale è possibile tramite i l’implementazione di proof of concept. Non si tratta di strumenti fini a sé stessi perché, declinati nel proprio ambiente nativo, permettono di rendersi conto sin da subito di quanto e come funzionerà il software sul proprio sistema. Si tratta di uno step cruciale per qualsiasi processo di migrazione tecnica e anche il costo della duplicazione (o virtualizzazione, dipende) vale la candela. Il motivo? Prima di tutto dà un'idea delle tempistiche necessarie al trasferimento di dati e risorse; poi è utile per identificare possibili problemi, considerando eventuali rischi operativi e aiuta a valutare meglio alcune alternative, sfruttando un ambiente identico a quello reale ma non critico.