Qual è il rapporto tra le PMI e il Cloud? In che modo le piccole e medie imprese italiane stanno sfruttando la possibilità di accedere a risorse IT aggiuntive e di esternalizzare i processi più onerosi relativi al calcolo computazionale e allo storage?
Rispondere a queste domande significa comprendere quale sia l'effettiva propensione del Paese all'innovazione. Le organizzazioni di medie e piccole dimensioni sono, come tutti sanno, la spina dorsale dell'economia tricolore: vessillo dell'eccellenza e della specializzazione anche in settori estremamente delicati - come quello metalmeccanico - riescono da sempre non solo a sopravvivere, ma anche a prosperare nello scenario competitivo internazionale grazie a snellezza e intraprendenza. Uno slancio che deve essere rafforzato facendo leva sull'agilità delle soluzioni digitali.
Il Cloud è la cartina di tornasole sullo stato di avanzamento di questa evoluzione proprio perché le PMI, parlando in generale, non possono permettersi pesanti immobilizzazioni in architetture e infrastrutture, né hanno convenienza a investire in licenze per software standard, necessitando il più delle volte di soluzioni personalizzate. I modelli SaaS (Software as a Service) e IaaS (Infrastructure as a Service) basati su meccanismi pay-per-use rispondono invece perfettamente alle esigenze di flessibilità delle PMI; e, allo stesso tempo, permettono loro di accedere a strumenti sicuri, aggiornati, pronti per essere messi in produzione a seconda dei progetti che devono essere intrapresi, offrendo il giusto punto di equilibrio tra standardizzazione e personalizzazione degli applicativi.
PMI e cloud: cresce la domanda
I numeri dimostrano lo stretto legame tra PMI e cloud. Fin dall’edizione 2018 dell'annuale ricerca dedicata al mercato italiano della Nuvola, l'Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano ha rilevato un forte interesse da parte delle PMI per il cloud come tecnologia abilitante per introdurre l’innovazione in azienda. All’epoca, il 60% delle organizzazioni cloud-ready dichiarò che l'approccio on demand basato sull'esternalizzazione di alcuni servizi IT avesse avuto un impatto migliorativo sulle performance del business.
In tempi più recenti, l’accelerazione digitale data dal Covid ha determinato un ulteriore avvicinamento tra PMI e cloud: sempre secondo l’Osservatorio, il tasso di adozione del Cloud tra le PMI nel 2021 è del 45%, in crescita di tre punti percentuali rispetto al 2020, anno che aveva fatto registrare addirittura un +12%. Non stupisce il fatto che, tra le soluzioni cloud maggiormente adottate in tempi di pandemia, vi siano i servizi SaaS di collaboration, un vero e proprio strumento di continuità del business durante i primi periodi del Covid e ora un supporto fondamentale ai modelli di lavoro agile. Da segnalare, inoltre, il fatto che il 35% delle imprese che ha introdotto il cloud l’ha fatto per agevolare la gestione amministrativa e la contabilità e il 26% ha introdotto strumenti a supporto delle vendite. Di fatto, le aziende che hanno adottato servizi cloud per far fronte alla pandemia hanno poi consolidato gli stessi all’interno della propria organizzazione, in molti casi aggiungendone di altri.
Strategia di adozione del cloud: un viaggio in piena regola
La strategia di adozione del cloud si sostanzia in un percorso. Un percorso che va studiato e affrontato correttamente a prescindere dalla dimensione dell’azienda. Qualsiasi impresa deve comprendere dove vuole arrivare e realizzare una roadmap che può essere di medio o lungo periodo a seconda della complessità del comparto tecnologico attuale e della maturità digitale di partenza. L’adozione di strumenti SaaS di collaboration, per esempio, semplifica enormemente la strategia di adozione del cloud, ma come conciliare i nuovi tool con quelli esistenti? In che modo gestire la sicurezza per evitare che a una rinnovata libertà di movimento e a un lavoro sempre più smart non corrisponda un’impennata di minacce?
Per quanto concerne il comparto applicativo esistente, la strategia di adozione del cloud comprende poi il tema della modernizzazione delle applicazioni, fondamentale non tanto per portare in cloud i workload esistenti e quindi usufruire della sua scalabilità e resilienza, ma per passare a modalità moderne di sviluppo e di gestione del lifecycle, fondamentali per ottenere l’agilità richiesta dal mercato ben prima che dall’azienda. Inoltre, è fondamentale un’attenta gestione dei costi (che nel mondo on-premise è maggiormente sotto controllo) e del percorso di adoption, quindi di change management: l’attivazione di un servizio SaaS non comporta migrazioni, ma deve essere correttamente integrato nel contesto aziendale e nei suoi processi per poter essere sfruttato in tutto il suo potenziale e generare valore tangibile.