Per molte organizzazioni, Business Process as-a-service (o BPaaS) può essere il pilastro della strategia di modernizzazione e di efficientamento dei processi. Sono diverse le definizioni che descrivono il fenomeno; letteralmente, Gartner parla di “fornitura di servizi BPO nativamente multi-tenant ed erogati via cloud. I servizi sono spesso automatizzati e, laddove siano richieste attività manuali, non c'è un pool di lavoro dedicato al singolo cliente. I modelli di prezzo sono basati sul consumo o su abbonamento”.
Per comprendere appieno l’essenza e il valore di BPaaS, occorre riflettere sui tradizionali (tre) modelli di servizio cloud e sui vari layer che li compongono. Se IaaS (Infrastructure as a Service) fornisce l’infrastruttura e PaaS (Platform as a service) una piattaforma di servizi per lo sviluppo e il deployment delle applicazioni, SaaS (Software as a service) fornisce direttamente l’applicazione. Il cloud provider è responsabile della gestione dell’intero ciclo di vita del software, nonché di tutti i layer sottostanti. Gli aggiornamenti, i bug fix, ma anche le prestazioni dell’infrastruttura rientrano tra le sue responsabilità.
Negli anni, l’universo SaaS è letteralmente esploso, e in Italia ha raggiunto gli 1,27 miliardi di euro nel 2022, con una crescita del 14% rispetto all’anno precedente.
Fonte: Osservatorio Cloud Transformation – Politecnico di Milano
Se SaaS offre all’azienda la singola applicazione, è la concatenazione sinergica di software differenti ad abilitare (end-to-end) un processo di business. La vera efficienza dipende sì dalla qualità, dalle performance e dal potenziale innovativo dell’applicazione, ma soprattutto del processo di cui essa fa parte. È quindi perfettamente naturale che le aziende si concentrino sull’intero workflow piuttosto che sul singolo componente, per quanto centrale esso sia.
Un esempio eloquente è il processo lead-to-cash posto in essere da un retailer online: la generazione di domanda (lead), la gestione dei contatti, il processo di acquisto all’interno dell’eCommerce, la gestione del pagamento, la fatturazione e il fulfillment/spedizione sono i pilastri del processo e vengono spesso gestiti attraverso strumenti separati, che richiedono integrazioni ad hoc.
Nel caso appena riportato, l’azienda ha dunque precise responsabilità, tra cui:
Nella tipica architettura cloud multi-layer, BPaaS si posiziona al di sopra di SaaS. Il provider cloud, in questo caso, non si occupa soltanto di infrastruttura, piattaforma e applicazioni, ma eroga ai clienti l’intero processo (Business Process Management) facendo affidamento su software proprietario o di vendor selezionati, su integrazioni ad hoc, su competenze interne specialistiche ed eventuali personalizzazioni di cui l’azienda dovesse avere bisogno. Non bisogna dimenticare, infatti, che BPaaS è fortemente configurabile.
Nell’esempio del lead-to-cash, il provider BPaaS – che ha un’elevata esperienza di dominio su diversi clienti – ha già disegnato il processo, selezionato gli applicativi migliori e gli specifici componenti, li ha integrati, ha sviluppato automazioni e li gestisce per conto del cliente. Il modello as-a-service è un ulteriore pilastro di BPaaS: ciò significa che l’azienda cliente corrisponde al provider un prezzo predefinito mensile che corrisponde all’erogazione e alla gestione del processo, oppure una somma variabile che dipende da specifici outcome di business, come le vendite di prodotto mensili o i lead in-target generati e gestiti. In tal senso, BPaaS è un elemento cardine della cosiddetta composable enterprise.
Da quanto affermato finora, dovrebbe già emergere il valore di BPaaS per qualsiasi impresa. Da un lato, valgono tutte le considerazioni relative all’outsourcing di processo, ovvero maggiore efficienza, garanzia di compliance in settori regolati (laddove la scelta del provider è determinante), risparmio di tempo e riduzione di costi. BPaaS vi aggiunge:
In virtù di quanto affermato, non è un caso che il mercato globale dei servizi BPaaS fosse valutato 46 miliardi di dollari nel 2020 e sia previsto in crescita fino a 129 miliardi nel 2030, con un CAGR dell’11%.