L'esplosiva crescita di dati che si sta verificando negli ultimi anni è senza dubbio uno dei motivi principali per cui l’archiviazione delle informazioni si sta spostando sempre più consistentemente sul Cloud. Questa crescita vertiginosa non accenna a fermarsi: IDC e EMC prevedono che i dati raggiungeranno i 40 zettabyte entro il 2020 (con una crescita di 50 volte dall'inizio del 2010). In quest’ottica risulta essenziale delineare una strategia che permetta di far fronte a questo fenomeno, mantenendo i dati al sicuro.
Via via che la quantità di dati in circolazione cresce, aumenta anche l’importanza che queste informazioni giocano a favore del business. Big data e analytics stanno trasformando le aziende in tutti i settori, che si tratti di produzione, logistica, sanità, agricoltura, trasporti o altro… nessuna realtà presente sul mercato attuale può più ignorare questa tendenza. Una gestione e una analisi ottimale di questa immensa mole di dati, infatti, è ormai un elemento essenziale per rimanere competitivi.
A crescere di pari passo con i Big Data è l'Internet of Things: i dispositivi, i sensori e gli oggetti intelligenti che, in numero sempre maggiore, forniscono un tessuto connettivo per questa tendenza rappresentano un altro dei motivi per cui è opportuno progettare adeguate risorse di archiviazione. Non ultimo, un aspetto importante da considerare secondo gli esperti è anche la crescita esplosiva dei cosiddetti "dati non strutturati", ovvero qualsiasi informazione aziendale conservata senza alcuno schema e archiviata in file come documenti, fogli elettronici, video, audio e immagini.
In questo scenario, per la maggior parte delle organizzazioni che fanno affidamento sui dati per le loro competenze di base, il Cloud ibrido rappresenta una soluzione ottimale.
Le aziende dovrebbero chiedersi quale sarà l'impatto che questa crescita di dati potrà avere sulla loro architettura: se non verranno prese in tempo le adeguate misure, l’onda anomala di dati, quando arriverà, sarà in grado di sommergere facilmente l'architettura esistente.
Se l’architettura interna non è pronta per il Cloud, per esempio, presto o tardi si andrà incontro alla necessità di predisporre ingenti budget per far fronte all’enorme aumento di informazioni da gestire. E per quelle aziende che sfruttano l'analisi, un cattivo accesso a tutte le informazioni disponibili renderà scarsamente efficaci anche i migliori algoritmi di apprendimento automatico.
In piena digital transformation nascono nuovi modelli di business per supportare i quali c’è bisogno di tecnologie innovative, flessibili e altamente performanti. In questo contesto, un approccio ibrido alla tecnologia Cloud può rappresentare la chiave di volta in grado di sostenere i cambiamenti aziendali, garantire la continuità operativa e apportare valore all’azienda. Considerando la centrale importanza che i dati hanno assunto sullo scacchiere del mercato attuale (per qualsiasi tipo di azienda, di qualunque comparto), l’elemento essenziale da cui questo processo non può prescindere è senza dubbio la sicurezza IT.
Come garantire quindi la massima agilità dei processi, mantenendo nel contempo elevati standard di protezione dei dati per minimizzare le vulnerabilità e i rischi di incidente?
Secondo gli esperti, può essere estremamente utile integrare i vantaggi di Private Cloud, Public Cloud e Hosted Private Cloud per spingere alla massima potenza tutti i benefici che questa tecnologia è in grado di offrire. Nello specifico, in un modello di Hosted Private Cloud, tutto il servizio di orchestrazione del Cloud - strutture del data center, gestione dell'infrastruttura, processi di raffreddamento e alimentazione, oltre a un’ampia gamma di ulteriori servizi e opzioni di sicurezza - vengono forniti da un provider specializzato, sollevando così il team IT aziendale dalle responsabilità di dover gestire direttamente le relative attività.
Con questo approccio, l’obbligo di garantire la sicurezza IT dei servizi presenti sulla nuvola va esclusivamente a carico del fornitore esterno e l’azienda inoltre non dovrà fare i conti con spinose questioni riguardanti l’implementazione di nuovi processi operativi e relativi cambiamenti tecnologici. Dato il delicato compito assegnato a questo partner digitale, all’azienda spetta l’onere di scegliere il provider più affidabile presente sul mercato (parametro da valutare in primis assicurandosi che possegga le adeguate certificazioni internazionali).